È una formella questa che fa immediatamente pensare a una terracotta etrusco-romana. Una donna, del ciclo, forse, delle "matute" (a cui tant'arte, anche cristiana, si ispira, come la stessa "Pietà" di Michelangelo in S.Pietro, a Roma), si staglia nel vuoto e mostra alla pietà dei devoti, alla veronica con la quale ha asciugato il volto del Cristo che vi è rimasto impresso.
È un'opera di semplificazione estrema, realizzata per via di due tecniche del modellare: a rilievo e a incisione.
Il rilievo è stato necessario per dar presenza fisica, massiva alla donna, mentre l'incisione per simulare l'impronta, l'orma, ossia l'assenza materica del Cristo; la sua presenza come imago che rafforza, in profondità, quella della memoria, e si pone come archetipo del quotidiano peregrinare della storia.
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