sabato 9 febbraio 2013

STAZIONE XI – GESÙ È INCHIODATO SULLA CROCE – CATTEDRALE SORA



Il gioco della prospettiva euclidea è spesso ripetuto nel corso dell'opera, specie là dove viene rappresentata la croce.

C'è necessità di trasbordamento dello spazio, della sua dilatazione, e la formella è soltanto un frammento di esso.

Cristo è disteso sulla croce. Con la testa reclinata a sinistra guarda il suo carnefice il quale con una mano schiaccia il braccio del Cristo su quello della croce e con l'altra brandisce il martello (particolare scomparso in fase di fusione).

 Dall'alto scende, da sinistra verso destra, un temporale vorticoso che, divide la scena in due, metà, là dove giace il Cristo, invasa di luce, l'altra metà, là dove si trova il carnefice, sprofondata in un buio apocalittico.

La mano del Cristo è una pozza zampillante di sangue che, irrorando il suolo, dà vita. Una margherita ha, or ora, aperto la sua gioconda corolla.

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