Il campanile fu costruito alla fine del sec.XIII e allora si elevava su tre piani illuminati da una monofora al primo piano e da otto bifore negli altri due. Nel 1869 fu aggiunto un quarto piano e un cupolino, demolito nel 1926. All'interno sono sistemate cinque campane, la più antica del 1321, recante un'iscrizione a caratteri onciali di una dedica a Dio e alla Vergine e il simbolo angioino del giglio; la campana fu fusa per desiderio del Vescovo Andrea Masarone che si occupò con zelo della ricostruzione della chiesa e della raccolta di documenti dopo le distruzioni belliche.
Un'altra campana fu firmata fonditore Giovanni Teutonico a metà del sec. XV, quando era vescovo Antonio Novelli, al quale si deve il restauro dell'edificio, mentre le restanti due campane furono fuse da Lorenzo Marinelli nel sec.XVIII.
Nel fronte del campanile sono murate alcune lastre epigrafiche e anepigrafiche: c'è l'iscrizione sepolcrale del vescovo Pietro de' Cavis del 1496, lo stemma del Capitolo sorano con giglio angioino in campo e l'iscrizione ARMA ...CAPITULI e data MCCCC; ancorea lo stemma episcopale di mons. Lupi della fine del sec.XV, una lastra con l'iscrizione (S)ORAN(US); sempre sul fianco del campanile è murata una lastra con il rilievo dello stemma civico di Sora databile ai secc.XIV-XV.
Sul lato del campanile che guarda al Vescovado, è inserita in alto una lastra marmorea risalente al 1432, con iscrizione dedicatoria alla Beata Vergine Maria, mentre in basso è murata una lastra con stemma raffigurante uno scudo con rilievo di giglio araldico, simbolo del Capitolo della Cattedrale sorana, nella cui parte inferiore campeggia l'iscrizione ARMA CAPITULI.
Lo stemma prova la fedeltà di Sora ai Pontefici romani e alla fazione guelfa, tanto che proprio per questo fu occupata e distrutta più volte. Il rilievo è databile tra la fine del '200 e l'inizio del '300 ed è simile ad un'altra lastra murata nella Sala Capitolare.
Lastra con il rilievo dello stemma civico di Sora, databile ai secc.XIV-XV: uno scudo in cui si inseriscono tre fasce orizzontali a ricordo delle tre distruzioni della città, 1103 (distrutta dai Normanni), 1156 (incendiata per rappresaglia dal figlio di Simone, signore della città, ucciso durante le lotte delle fazioni interne), 1229 (rasa al suolo da Federico II perché di parte guelfa).
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