sabato 9 febbraio 2013

GUARIGIONE DI UN PARALITICO Lc 5, 17-26



Il testo che abbiamo ascoltato si compone di momenti intensi e suggestivi, che sottolinea l’azione dell’uomo e quella di Dio.

1.    Chi sono coloro che seguono Gesù?  Persone provenienti dai villaggi della Galilea, della Giudea e di Gerusalemme, insieme a farisei e dottori della legge. Persone di cultura e di età diverse. Gesù riesce a parlare con tutti, ciascuno riesce a comprendere ciò che dice. Egli è il Maestro, insegna, ma ciò che dice è accompagnato dai segni, da miracoli, guarigioni. L’uomo che ascolta ha bisogno attraverso le parole di essere guarito: la parola di Gesù salva!
Ecco la nostra lectio: siamo dinanzi alla sua Parola. Egli continua a parlare per guarire le nostre ferite, causate da mille incomprensioni.

Tutti abbiamo bisogno della sua Parola. Questa sera, noi qui riuniti, con quale cuore ci poniamo dinanzi a lui?
Quali le nostre ferite? Da cosa abbiamo bisogno di essere guariti?
Malintesi, silenzi, impazienza, risposte improvvise, superficialità nei rapporti, indifferenza da chi ci aspetteremo accoglienza e sensibilità creano un forte disagio dentro di noi e ci chiudono, ci bloccano, paralizzano il nostro cammino.
Chi non ha vissuto una esperienza di blocco. Voler dire e non avere il coraggio, voler fare e sentirsi incapaci, svuotati.

Questa sera vorremmo essere aiutati, attraverso, questo incontro, a fare esperienza della “potenza del Signore” che vuole guarirci e liberarci dalle nostre paralisi.
Cosa fare?

2.    Aprirsi a Cristo.

Un paralitico viene portato da Gesù… salirono sul tetto e lo calarono attraverso le tegole…(VV 19-20).

In quel paralitico sono racchiuse tutte le nostre difficoltà, direi i disagi del mondo giovanile, che chiede di essere ascoltato e di costruire un futuro più bello.
La prima cosa necessaria è farsi aiutare a scoperchiare il tetto.
                  Una espressione con cui Luca sottolinea un’azione forte da parte degli amici del paralitico, che lo   pongono nel mezzo della stanza.
                 
                  E’ bello poter pensare all’amicizia, agli amici, come a coloro che ti aiutano a camminare, a liberarti da paure che ti bloccano e lo fanno conducendoti da qualcuno che può operare e sa come aiutarti.
Abbiamo amici, persone misteriose e fedeli che si accompagnano al nostro cammino? Che ruolo hanno? Sentono il compito di aiutare l’altro ad essere se stesso o ci sfruttano e alla prima difficoltà o incomprensione  ci lasciano soli?
                  Luca sottolinea come per quel paralitico sono importanti quegli uomini che faticano nel condurlo ad incontrare il Signore.
Molti di voi  siete amici e da molto tempo, nei gruppi si realizzano splendidi rapporti di amicizia, ma ciò a cosa è finalizzato?
                  Condurre l’altro a Cristo! Camminare insieme ascoltando la sua Parola e sperimentando così la sua “potenza”.
Ecco il senso dell’amicizia tra coloro che credono, il valore dei nostri gruppi: aiutare a crescere e ad aprire il proprio cuore, “scoperchiare” il tetto della propria vita, perché possa entrare la sua Parola


Le nostre amicizie ci conducono a Lui? Ci aprono all’ascolto della sua Parola? La nostra vita è aperta all’incontro con lui? Chi mi sta aiutando in questo momento a scoperchiare il tetto della mia vita e i miei amici quale volto hanno? Annovero tra i miei amici qualche sacerdote con cui poter aprire la mia esistenza?

3. L’ incontro con il Signore. Il paralitico è dinanzi a Gesù. Noi siamo dinanzi a lui e alla sua Parola.
“ Uomo i tuoi peccati ti sono rimessi”.
Le prime parole sono sempre quelle più significative anche se spiazzano. Noi vogliamo una  cosa e il Signore interviene operando altro. Quegli uomini desiderano il miracolo e il Signore rimette i peccati. Perché? L’uomo ha sempre uno sguardo riduttivo sulla vita, Dio invece guarda il cuore e va alla radice dell’essere dell’uomo.
Solo una persona pienamente libera è capace di camminare.
Noi di cosa abbiamo bisogno? Tanti sono i bisogni e le necessità, ma il Signore parte da lontano, dal profondo del nostro essere. Perché dal cuore proviene il benessere dell’uomo. Se uno sta bene con se stesso, sta bene con gli altri, prima di una guarigione fisica ce ne è una spirituale.

4.    Chi è costui che pronuncia bestemmie? Solo Dio può rimettere i peccati!
Chi è Gesù per noi? Se è il Figlio di Dio, la sua presenza, con noi e per noi, è nel dono della misericordia è nel rimettere i peccati. Cosa è il peccato?
Quali sono i peccati?
Ci sono in noi confusioni, oscurità dell’anima, pregiudizi, mancanza di limpidezza, di lucidità, di chiarezza interiore, d serenità, di pace, ci sono inni turbamenti ed inquietudini, che le situazioni quotidiane continuamente producono e da cui dobbiamo purificarci per poter contemplare il volto di Dio in ogni uomo, per cogliere il suo piano nella mia vita, nella Chiesa.
L’esperienza mi dice che non è affatto facile, non è automatico liberarsi dalle abitudini di giudizio e di pregiudizio.
E’ necessaria la purezza del cuore, delle labbra, di sentimenti, della mente per essere giovani che lavorano per la pace e per la giustizia, per essere giovani che donano misericordia, per essere giovani che testimoniano la povertà dello spirito, per essere giovani che vivono le beatitudini.
Ci vuole preghiera e silenzio per leggere il vissuto della propria vita e porsi dinanzi a Lui, come il paralitico, per essere purificati, per porsi dinanzi alla sua Parola che ha una grande forza di verità e diventare limpidi come l’acqua della vita che scorre nel cuore di Gesù : “Voi siete già mondi, per la parola che vi ho annunziato” ( Gv 15, 3.)…    

5.    Cosa è più facile dire: alzati prendi il tuo lettuccio e cammina.
Liberati dal peccato ci si può alzare e così riprendere il cammino. Lasciarsi toccare il cuore e la mente dal Signore e dalla sua Parola ha sempre un duplice effetto:

Øil primo, a livello interiore: la sua grazia, la sua Parola, la sua presenza, determinano alcune condizioni che rendono possibile una esperienza più libera da… (condizionamenti, pregiudizi, dipendenze, formule consuete di considerazione degli altri, stereotipi che ripetono sempre le stesse cose) più disponibile per… (costruire ed edificare, con gli altri e ottimista circa il futuro e le situazioni) con uno sguardo più aperto sulle cose e sugli altri.
Øil secondo, a livello esteriore, la sua grazia, la sua parola, la sua presenza, attraverso la mediazione della Chiesa, restituisce a ciascuno fiducia, stima, valorizzando ciò che siamo e ciò che facciamo.
Non più paralisi, blocchi, bensì prospettive che rinnovano il nostro tornare a casa, con una libertà e una maggiore disponibilità a riprendere il cammino, che  spesso si ferma.
Siamo in un momento di pausa, di verifica, di riflessione o di serio impegno e di serena responsabilità?
Cosa andate ragionando nei Vostri cuori”?
Siamo chiusi in noi stessi a tal punto di non capire cosa succede intorno a noi; ripetiamo sempre le stesse cose, lamentandoci di tutto e di tutti; scegliamo solo ciò che è facile o sappiamo interpretare, discernere, sentire il valore della parola di Gesù che ci restituisce dignità, forza, speranza, amore, rimettendoci i peccati?

6.  “Egli si alzò, prese il lettuccio, si avviò verso casa, glorificando Dio”.

Ecco il risultato, ecco ciò che accade a chi accoglie la sua Parola, entra nell’esperienza della Pasqua, recupera energie assopite, ci si rimette in piedi e da soli, senza sostegni e appoggi vari, ci si avvia verso casa,  per celebrare e glorificare Dio.

Lui ci ha ridonato il senso e il significato della vita!
Ci si vede chiari, si ha una meta, un luogo ove abitare, non più lontani da casa,  ma il bisogno di quella casa per gustare il senso della libertà.

ØCosa comporta tutto ciò?

“ Tutti rimasero stupiti…oggi abbiamo visto cose prodigiose”.
Stupore da parte di tutti: non sei più quello con le paure, quello che si chiude dietro  la propria timidezza, quello che dice tante bugie; mi stupisce la tua disponibilità, il tuo servizio, quello che dai ai piccoli e agli anziani; mi stupisce il tempo che dai alla tua parrocchia; mi stupiscono le scelte di alcuni di voi, la verità che sostiene le idee, la fedeltà che vi coinvolge sempre.

Il Signore opera in noi e attraverso di noi e chi compie un cammino di liberazione da sé, riappropriandosi della sua Parola, stupisce tutti.
Continuate a stupire gli altri, stupiteci della vostra gioia e del vostro entusiasmo nel fare le cose, siate vicini ai sacerdoti, lavorate nelle nostre comunità, pensate ad un futuro bello e allora il Signore Gesù manifesterà la sua potenza e noi vedremo cose prodigiose che il mondo non sa farci vedere.

Signore Gesù la tua Chiesa scoperchi il suo tetto, si presenti dinanzi a te, ogni giorno, con fiducia, si liberi da paure e compromessi si rimetta, in piedi, perché in ogni celebrazione eucaristica, Pasqua della settimana, siamo chiamati tutti a risorgere.
Non più paralisi di parole e di gesti, ma una vita che sappia comunicare cose prodigiose, che sappia indicare te come il maestro ed il medico necessario dinanzi ad ogni forma di chiusura e di sofferenza.
Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli. Amen

Don Alfredo Di Stefano
Parroco

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