sabato 9 febbraio 2013

STAZIONE IX – GESÙ CADE PER LA TERZA VOLTA – CATTEDRALE SORA

Una grande croce, quasi una carreggiata trasbordante all'infinito, attraversa la formella, in prospettiva, da sinistra a destra, portando l'occhio, in alto, ad est, per far ritorno, poi, costeggiando i limiti di bordo dall'alto in basso fin sulla punta angolare della croce, a sinistra, da dove si era partiti.
Da fanciullo, ogni mattino, dalla soglia di casa, ammiravo il sole nascere sul dosso dei monti ad est e precipitare, in scie di luce, a valle.

Sulla lunga scia luminosa della croce, come la ridda dei monti a nord-est, si accalca la turba rissosa, e, sotto, come il mio borgo, quasi schiacciato giace il Cristo.

La sua mano è una fragile radice aggrappata al duro calcare. Le sue chiome sono un arabesco di fili d'oro, una polla di limpidissima acqua che entra nelle crepe, da cui spunta un candido giglio.

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