sabato 9 febbraio 2013

QUARESIMA: TEMPO SECONDO DI INTERAZIONE TRA LITURGIA E PIETÀ POPOLARE



La Chiesa ha conservato nel corso dei secoli un patrimonio liturgico – spirituale e ogni anno ci offre l’occasione di celebrare la Quaresima, come una preparazione gioiosa alla festa della Risurrezione del Signore Nostro Gesù Cristo, contrariamente alla sfumatura di grigiore che questo tempo liturgico ha assunto nell’immaginario collettivo.

Il significato globale di questo tempo dell’anno liturgico è condensato nel primo prefazio di Quaresima: “Ogni anno tu doni ai tuoi fedeli di prepararsi con gioia, purificati nello spirito, alla celebrazione della Pasqua, perché assidui nella preghiera e nella carità operosa, attingano ai misteri della redenzione la pienezza della vita nuova in Cristo tuo Figlio, nostro Salvatore”.

In questo tempo liturgico occorre favorire in diversi modi l’esperienza della preghiera, da vivere e celebrare sia a livello comunitario che personale.

È un invito a riscoprire quelle caratteristiche proprie di questa liturgia per indicare il cammino che la Chiesa è chiamata a fare durante la quaresima.

Ed è così che le diverse celebrazioni liturgiche in questo tempo di quaresima diventano realmente “fons et culmen” del dinamismo di maturazione cristiana, se aiutano il processo di conversione attraverso la partecipazione al segno sacramentale.

Non sempre il senso misterico della quaresima, con i suoi grandi valori e temi, viene facilmente percepito soprattutto nell’ambito della pietà popolare.
Nonostante il divario che può esserci tra la concezione liturgica e la visione popolare della quaresima, ciò non deve assolutamente impedire una feconda interazione tra Liturgia e pietà popolare.

Alcuni pii esercizi, la “via Crucis”, la “via Matris”, svolti in modo sapiente, si armonizzano bene con le tematiche proprie dell’itinerario quaresimale.
L’indole di questo tempo implica l’uso degli strumenti musicali limitato all’accompagnamento dei canti e questo perché la Chiesa, sposa del Cristo, si prepara a celebrare il Mistero della sua passione, morte e risurrezione.

Tutto questo non è sintomo di silenzio muto, ma orante. Al “Mistero della fede” si prediliga la terza risposta (“tu ci hai redenti…”).

Oltre ai canti penitenziali appropriati, si faccia una scelta saggia per il canto al Vangelo, che è una vera e propria acclamazione di lode al Signore. Per questo tempo è importante che ci sia un canto evocativo dello Spirito e del clima quaresimale e che perciò viene proposto spesso anche in ogni celebrazione (come anticamente l’Attende Domine). Infine,durante i pii esercizi si prediligano anche i canti nati dalla tradizione popolare.

Ecco l’itinerario della quaresima, ecco il valore della sua pedagogia.

Non avrebbe senso pensarla né separatamente dalla festa a cui ci prepara, la Pasqua, né con accenti troppo volontaristici. Le “armi” di cui è necessario munirsi sono la preghiera e la carità, lo spirito con il quale camminare pazientemente è l’obbedienza totale al progetto di vita concepito e amato da sempre nel seno del Padre, l’ambiente nel quale dobbiamo realizzare la nostra purificazione è lo Spirito Santo, il vero autore di ogni conversione. Lo scopo non è quello di ottenere un “super-uomo”, nato da uno slancio prometeico verso il cielo, ma l’ “uomo nuovo, plasmato con i Sacramenti della nuova ed eterna alleanza.

Alfredo Di Stefano

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