sabato 9 febbraio 2013

IL LATO SETTENTRIONALE ESTERNO - CATTEDRALE SORA



La campagne di scavo del 1979 non si limitò solo a porre in luce il lato posteriore del tempio, ma individuò anche la presenza di un’altra struttura contigua, simile e parallela alla prima. Una strada larga m.4 correva tra i due edifici, in soluzione di continuità con l’attuale strada di “Pianello” e parallela al decumanus della città romana. Della via sono stati rinvenuti numerosi basoli, spesso reimpiegati nelle vicinanze. Il tempio “B”, a giudicare dal muro lungo m.15 e alto m.1,5, era in blocchi di ottima opera quadrata di IV maniera disposti secondo la medesima tecnica applicata nella costruzione del tempio “A” e lavorati con faccia a vista.

Attraversa Piazza Indipendenza, al cui centro è posta la statua bronzea dell’Assunta, opera di Francesco Nandi del 1954, lungo via Ravo, dopo aver oltrepassato il torrione aragonese, ecco stagliarsi il lato destro della chiesa nella cui tessitura muraria si individuano tutte le fasi costruttive e l’evoluzione architettonica della fabbrica: in basso, il livello romano, riconoscibile negli 11 filari di blocchi isodomi in opera quadrata di IV tipo, poi la fase medievale, caratterizzata da conci irregolari, interrotta da 5 monofore a scansione regolare. Nella muratura fu inglobata e chiusa una porta d’accesso secondario, di cui restano gli stipiti marmorei. Sotto la monofora tonda, si può notare la presenza di una scalea romana che conduceva all’area occupata dal tempio “B”. Saliti i gradini e percorso il passaggio che fiancheggia la chiesa e l’esterno della cappella del Purgatorio, ci si viene trovare in corrispondenza dell’ambiente coperto da volte a botte.




Più in alto, in direzione nord-ovest , la muratura tardo-medievale continua e va a saldarsi con le mura quattrocentesche di Sora, rimaneggiate anche in seguito, come l’iscrizione del nome del vescovo Tommaso Guzoni sulla piattabanda di una posterula lascia intuire. Le mura, provenienti da S.Casto, si servivano della poderosa struttura del lato settentrionale, quindi si concludevano col torrione aragonese e la porta degli Abruzzi (detta anche porta Ricciarda ).

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